domenica 7 febbraio 2010

L'eredità censurata di Gianni baget Bozzo


Nell’estate del 1961, il giovane dottor Gianni Baget Bozzo militava nell’avanguardia cattolica, ispirata dai cardinali Ottaviani, Tardini e Siri, dal filosofo Cornelio Fabro, organizzata dallo scienziato Luigi Gedda, rappresentata in parlamento dai deputati fedeli all’ex presidente del governo di centro destra, Ferdinando Tambroni .
si accingeva a far quadrato intorno all’intenzione, manifestata da Giovanni XXIII, d’impedire la deriva aperturista della Dc.
Poiché era evidente che la segreteria morotea del partito democristiano aveva maturato la disgraziata, irrevocabile decisione di aprire a sinistra, Gianni Baget Bozzo, in veste di rappresentante dei centri per l’Ordine Civile (la base del nuovo partito progettato da Ferdinando Tambroni) e di direttore della rivista “Lo Stato” (cui collaboravano numerosi esponenti della migliore destra, quali Accame, Siena, Gianfranceschi, Belfiori, Erra, Vitale, Giannettini, Catanoso, Possenti, Martelli ecc.) si recò dal cardinale Alfredo Ottaviani per chiedere consiglio sull’opportunità di rompere la fittizia unità politica dei cattolici e fondare un nuovo partito.

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