venerdì 5 febbraio 2010

Destra ultrasonica e cultura di destra


Se la cultura di destra fosse quel concerto di ultrasuoni, che Gianfranco Fini ha lanciato da un fischietto udibile solo dai cani e dai politicanti ammaestrati da Fabio Granata e da Alessandro Campi, avrebbe ragione il dottor Pier Luigi Battista, il quale, in una tagliente pagina del sontuoso “Sole 24 ore” (domenica 17 gennaio 2010) sostiene l'inesistenza di intellettuali ascrivibili a detta area.
Se non che Gianfranco Fini, il duce della latitanza culturale contemplata da Battista, non rappresenta la destra, non proviene dalla cultura di destra, non è neppure un mutante di destra.
Mutante è il ghost writer, l'autore della sgangherata filastrocca sincretista ultimamente firmata da Fini. Una scuola di pensiero dice che il fantasma è un rautiano, di passaggio da destra a sinistra. Un'altra scuola sostiene che è il cantante ecumenico Jovanotti, in cammino da sinistra a destra.
Sul mutante entrambe le scuola forse sostengono il vero.
Il giudizio è sospeso. Non si tratta di Fini, ad ogni modo. Per rappresentare una mutazione, infatti, occorre che esista un mutante. Il vuoto mentale di un “creato” di donna Assunta, non può cambiare, attesa la sua conclamata appartenenza al nulla.
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